Questo doveva essere l’argomento del nostro primo articolo. Ne eravamo convinti. Ma quando si parla del cuore, il discorso si fa serio, molto serio. E non sempre è così facile dargli voce.
Già da un po’ queste parole sono li, pronte per la pubblicazione, ma gli innumerevoli “…aspetta, forse dobbiamo cambiare questo pezzo…” e “… non scrivi in altro modo, sembra troppo così…” – ecc… hanno un po’ rallentato il tutto.
Proprio ieri abbiamo conosciuto un ragazzo di 20 anni pronto per la partenza per Londra insieme a un amico. Il loro obiettivo è quello di cercare lavoro e trascorrere li del tempo assaporando il gusto della vera indipendenza. Passano i minuti e ci accorgiamo che stiamo dando consigli e dritte, e al di la delle parole che stiamo scambiando, era come dar voce a una parte molto profonda dei nostri ricordi, una zona custodita con molta cura.
Non possiamo aspettare oltre.
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Abbiamo sempre pensato che il “Before i Die Wall” di Londra fosse la sintesi perfetta del motivo per cui amiamo questa città.
Persone di ogni lingua, religione e colore, tanti popoli, che scrivono ciò che vogliono su un semplice muro condiviso.
E il caos, come per magia, diventa perfetta armonia, come un’opera d’arte in continuo cambiamento ed evoluzione.
Ci siamo conosciuti 11 anni fa, e a causa di Londra ci siamo divisi. E poi riuniti.
Proprio li, tra le sue braccia. Un viaggio di lavoro ha separato momentaneamente le nostre strade, e un periodo di vacanza le ha indissolubilmente riunite.
A Londra abbiamo vissuto 10 giorni veri, da cima a fondo, dall’inizio alla fine. Di sera, in una camera a pochi metri dalla fermata di Elephant and Castle, affittata per poche sterline ma sistemata con tanta cura e passione, rivivevamo la giornata appena trascorsa e programmavamo il giorno dopo. Da li, a piedi, noi adolescenti con due inseparabili Oyster Card, quasi fosse il distintivo del vero globetrotter consumato, dopo una sacrosanta colazione in un café vicino a Browning Street, raggiungevamo la tube con direzione chissadove.
Dai palazzi istituzionali, al Tower Bridge, a Camden Town… ogni luogo era bellissimo, per noi era il nuovo, rappresentava un inizio, una vita insieme che aspettava solo di essere vissuta. Ci ha permesso di viverla come veri londinesi, con gli stessi ritmi, e per questo di Londra ci siamo innamorati.
Di questa città ammiriamo tutto, la multietnicità, l’intraprendenza, l’eccentricità. Adoriamo i muffin dei Caffè Nero e dei Costa, il fish and chips nei locali sperduti, le birre nei pub, quelli veri. A Londra ricerchiamo la musica e l’arte di strada nei mercatini, nelle square e nei tunnel pedonali della metro. Viviamo Londra sotto la pioggia o con il sole battente, fa lo stesso. Ci sediamo nei suoi parchi e ci riposiamo ascoltando il contrasto tra i rumori della city e la quiete di questi spazi vergini di auto.
Dopo quel nostro viaggio, a Londra ci siamo già tornati spesso, l’abbiamo sempre vista cambiare, sempre più affascinante, sempre viva.
Fino a quest’anno, il 2018.
Volo Easyjet da Venezia per due giorni veloci nel regno Unito. Atterriamo a Gatwick. Trasferimento by train fino a Victoria Station. Sgambata a piedi fino al nostro alloggio rimediato in zona Waterloo (… si lo sappiamo, è un bel po’ di strada, ma vuoi mettere un passaggio notturno di fronte al Big Ben, all’House of Parliament e sotto alla London Eye?)
Ma oggi è il 22 Marzo 2018, e 365 giorni fa esatti un pazzo terrorista seminò il panico sul Westminster Bridge causando morti e feriti tra passanti innocenti. Senza volerlo, senza ricordare, siamo arrivati a Londra proprio nel giorno del ricordo. Migliaia di semplici esseri umani riuniti li, tutti insieme senza distinzione alcuna, per dare al mondo il proprio messaggio di pace.
Passiamo una notte veloce, poche ore di sonno per non limitare le ore in giro per la città. Sveglia all’alba, in fondo quest’anno giriamo Londra con la nostra piccolina arrivata da poco, dobbiamo farle vedere più cose possibili, le cose migliori secondo mamma e papà.
La giornata è frizzante e sarà sicuramente lunga e intensa, quindi facciamo una colazione in un Caffè Nero con muffin e cappuccino caldo take away, e poi via a passeggiare, a perderci tra i quartieri per fare delle belle foto, che per qualcuno sono sempre quelle, sempre le stesse, ma in verità per noi sono sempre diverse.
Notiamo subito i cambiamenti di Londra. Oltre l’estasi di esserci tornati ancora, vediamo una città con meno turisti, con più cautele, più sicurezza, più paura. I luoghi che prima erano per noi il simbolo di questa città, aperti a tutti e molto affollati, sembra siano diventati obiettivi sensibili e quindi protetti: troviamo transenne dove prima non c’erano, scattiamo foto a strade deserte in prossimità del Cambio della Guardia laddove due anni fa bisognava cogliere l’attimo per evitare che una persona perfettamente sconosciuta ti passasse, come fosse uno scherzo, davanti alla fotocamera.
Londra ha forse paura?
Westminster Bridge per noi era il cuore di Londra, un lungo ponte sul Tamigi aperto a tutti, senza ostacoli, un posto dove scattare foto e restare alcuni minuti senza fiato davanti alla maestosità del Big Ben.
Ora invece delle barriere fisse separano il marciapiede dalla carreggiata…
Certamente increduli, ma non demoralizzati, trascorriamo due giornate bellissime con la nostra piccolina. Ritorniamo al nostro amato Tower Bridge, in Hyde Park, a Soho, a Camden. Dopo aver cercato qualche disco sconosciuto e aver visto qualche bella chitarra famosa, decidiamo di passare per Elephant per un breve saluto, così come ad Abbey Road e Portobello, qui ci sono veramente tanti ricordi (ve ne parleremo sicuramente in uno dei prossimi post).
Il tempo scorre veloce. Ci appoggiamo a un muro qualsiasi per ascoltare la musica di uno dei tanti artisti underground, e quasi fosse una ninna nanna la nostra piccola si rilassa e si addormenta. Che città magica, riesce sempre a portarci sulla strada delle belle emozioni.
Per noi Londra è lo specchio del presente.
E oggi Lei è così, che ti piaccia oppure no. Se di questi giorni vuoi ricordare le cose positive, allora a Londra le ritrovi e passi dei giorni indimenticabili. Se i tuoi ricordi si concentreranno su ciò che non è bello, allora troverai a Londra anche questo.
E’ una città così, mutevole. Non puoi andarci, amarla, e poi volerci tornare sperando di ritrovarla come la volta precedente. Questo suo cambiare è la sua stessa essenza, il suo DNA, Londra è il viaggio in quanto tale. In essa cambiano velocemente le sue persone, e da ciò cambia Lei stessa.
Al di là di Brexit o attentati, oltre gli argomenti di cui parlano sempre i mass-media, bisognerebbe andare a Londra solo per vedere come cambia, come evolve, senza cercare di fermarla perché tanto non ci riuscirai, e perché nel tuo prossimo viaggio sarà diversa, ancora.
E fidati che sarà sempre una figata.
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In futuro sicuramente vi daremo i nostri consigli per vivere al meglio questa città, ma oggi no, oggi volevamo solo dedicare a Londra un po’ del nostro tempo, quasi per formalizzare la nostra riconoscenza, giusto qualche riga tutta per Lei scritta a cuore aperto, senza filtri. A che serve in fondo un diario se non a dar voce ai propri pensieri? Proprio come quelli dei ragazzi degli anni ’90, scritti su carta e chiusi con un piccolo lucchetto, contenenti non solo parole, ma emozioni.