5 itinerari imperdibili in Costa Azzurra

Scopriamo insieme 5 imperdibili itinerari da percorrere a piedi nei paesaggi spettacolari della Costa Azzurra in Francia.

Oggi vi riportiamo un bell’articolo apparso sul sito Ecobnb Viaggi Verdi in cui Silvia Ombellini intervista i nostri due amici Annalisa Porporato e Franco Voglino di Madotao.it

Come non citare Renoir, Picasso, o Matisse e Le Corbusier… questo angolo di Francia è stato amato e frequentato dai migliori artisti e hanno contribuito ad aumentarne la fama fino a diventare una delle mete migliori di tutta Europa.

Ciò nonostante ci sono ancora panorami nascosti e incontaminati, da lasciarci il fiato. Per non parlare dei piccoli paesi e borghi autentici tutti da scoprire.

“Itinerari imperdibili in Costa Azzurra” è un bel libro scritto da Annalisa e Franco, Edizioni del Capricorno, che vi aiuta nella Libro smallscoperta di questa parte così suggestiva della Francia.

Nel libro sono raccontati 5 itinerari, dal confine italiano fino a Tolone, tutti da percorre a piedi.

Non solo le ovvie meraviglie costiere quindi, ma anche i paesaggi dell’entroterra da percorrere in “slow mood” per scoprirli e conoscerne veramente la storia, l’arte e le tradizioni.

Ecco il testo integrale dell’intervista.

Come è nata l’idea del vostro viaggio a piedi dai confini dell’Italia alla Costa Azzurra?

Abbiamo già realizzato numerosi trekking in Francia, un paese che è molto attento alle esigenze dei trekker e dei semplici camminatori.

Bellissime esperienze sono state lo Chemins des Phares in Bretagna da Portsall a Brest al cospetto dei più bei fari francesi di fronte all’Oceano, il Trekking de La Chartreuse nell’Isere che raggiunge la meravigliosa e mistica Grande Chartreuse raccontata nel famoso film “il grande silenzio”, il Trekking dei ghiacciai del Parc de La Vanoise in Savoia con paesaggi grandiosi.

La Costa azzurra è stata per vicinanza geografica una piacevole conseguenza.

Precisiamo che la guida è pensata per un turismo “attivo”, ma si presta molto bene anche per chi non ha il tempo o la possibilità di visitare questi luoghi raggiungendoli a piedi.

La Costa Azzurra è una delle destinazioni più famose al mondo: è ancora possibile scoprire luoghi intatti e autentici dove il turismo globale non è arrivato?

Sì certamente, basta staccarsi dalla costa per scoprire un territorio davvero affascinante.

In questo territorio il mare non è l’unico protagonista e si può ripiegare con uguale soddisfazione nella visita ad un caratteristico paesino dell’entroterra tra panorami e colori, tra atelier d’arte e musei del profumo, scegliendo tra abbazie silenziose in freschi boschi o la mondanità chiassosa e frenetica di una città costiera alla “moda”.

L’entroterra della Costa Azzurra è meno frequentato dai turisti, ma anche più incontaminato: meravigliosi paesaggi, profumi e vigneti circondano le piccole cittadine medievali arroccate sulle colline, la chiese nascoste, ulivi e colorati alberi di mimosa che incorniciano il tutto in un dipinto impressionista.

Quali mete meno note (sconosciute ai più) e meno turistiche della Costa Azzurra consigliereste ai nostri lettori?

Proseguendo lungo essa il dipartimento del Var si dilunga dal Golfo di Saint-Tropez a oltre il Golfo di Tolone con un territorio che, lavanda a parte, ricorda molto la Provenza classica, ma più verde e boscosa tanto da esser chiamata, per l’appunto Provence Verte.

Un grande classico per gli amanti della natura e dei colori è il Massif de l’Esterel con una costa dal colore rosso e dalle incredibili geometrie delle formazioni rocciose . Ovunque ci si sentirà attratti da una natura rigogliosa e ricca di sfumature in una luce sfavillante.

Quali sono gli “Itinerari imperdibili in Costa Azzurra” presentati nel vostro libro?

Si parte dalla costa est da Menton a Nizza, la prima parte della Costa Azzurra è quella che più batte vicina al cuore italiano complice il fatto che, fino a 1860, tutto il territorio faceva parte dei territori di Casa Savoia.

Poi si prosegue con la costa ovest , oltre Nizza mantenendosi lungo il litorale della Côte Azur, passando per località note e centri abitati arroccati sulle colline come Haut-de-Cagnes o distesi lungo le spiagge come Mandelieu-La Napoule, da capi verdeggianti in cui si celano ville sontuose come Antibes, per poi deviare dal tracciato salendo sul traghetto e raggiungere isole permeate di storia, arte e natura come le Lérins.

Poi si punta verso la Cote d’Azur interna le colline si fanno più elevate e ravvicinate, il paesaggio cambia e dopo Grasse si entra in un mondo di strette gole e altipiani sassosi per poi immergersi in boschi e paesini arroccati in cima alle colline da cui il mare non è mai così lontano e fa capolino in lontananza, circondati da uliveti.

Si va alla scoperta di borghi caratteristici dal grande fascino e dalla vena artistica data dalla presenza di numerose gallerie d’arte di fama internazionale , spesso sedi di atelier di artisti di talento.

Poi si prosegue nel dipartimento del Var che si dilunga dal Golfo di Saint-Tropez a oltre il Golfo di Tolone ci si trova a percorrere una zona per molti aspetti simile alla precedente. In effetti, con il termine Côte Azur si tende di solito a comprendere solo la porzione che va da Menton a poco oltre Cannes ma, in realtà, il nome abbraccia anche la costa fino a Hyères.

Zone di spiagge e promontori di rara bellezza, le località che oggi sono raffinati luoghi di villeggiatura marina videro le azioni dello sbarco Alleato durante l’agosto del 1944. Ora sono il regno dei kitesurfer dei windsurfer e di prestigiose scuole di vela e molti sono i sentieri dove è possibile immergersi in una natura dai mille colori e profumi.

Quale di questi itinerari vi è rimasto nel cuore, e rifareste subito?

Forse la Passeggiata attorno a Cap Ferrat.

Per chi ha tempo immancabile la passeggiata lungo il litorale che porta tutto attorno al capo. Parte dall’Ufficio del Turismo dove si prende la scalinata alle sue spalle per scendere lungo Chemin de Passable e arrivare all’omonima spiaggia, piccola e raccolta ma dall’acqua limpidissima. Quindi si prosegue lungo la costa mantenendo il mare alla propria destra e alternando un primo tratto asfaltato a sentiero e scalinate.

Molto spettacolare è il capo vero e proprio, dominato dal faro, quando si abbandona il “selvaggio” Chemin des Douaniers per il più “domestico” Chemin de la Carrière dove il tracciato è stato scavato direttamente su scogli diversamente impossibili da attraversare, in un paesaggio quasi lunare con il nulla del mare alla vista e dominato dalla mole del faro bianco.

Da questo punto la passeggiata si fa più tranquilla e regolare fino ad arrivare in centro a Saint-Jean-Cap-Ferrat (giro circolare: 6,5 km totali, 2 ore con tranquillità).

Per che tipo di viaggiatori sono adatti gli itinerari proposti? Ci sono anche itinerari adatti famiglie con bambini?

La nostra guida è adatta ai viaggiatori “curiosi” e attivi.

Esistono sicuramente anche tanti itinerari adatti alle famiglie con bimbi. Per esempio Il modo migliore per “respirare” l’aria di Cap d’Ail è percorrere il Sentier du litoral. Lungo 3,5 km, di cui 2 percorribili anche da disabili e con bambini piccolissimi, va da plage Marquet a plage de la Mala.

Se doveste raccontare attraverso 5 scatti fotografici la vostra esperienza quali foto scegliereste?

Dunque: i colori e le sfumature ocra della costa del Massif de L’Esterel, il blu del mare delle isole Hyeres, il caratteristico centro storico antico di Nizza con il mercato dei fiori e delle spezie, la gialla fioritura delle mimose nello splendido borgo di Bormes les Mimosas, gli scenografici murales sul tema del cinema che tappezzano le case del centro di Cannes.

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Qual’è la cosa più strana o curiosa che è successa durante il vostro viaggio?

L’aver scoperto che nell’interno della Cote d’Azur nel territorio del comune di Thorenc si trova la Réserve Biologique des Monts d’Azur , una riserva faunistica in mezzo ad una natura intonsa, isolata dal mondo, che offre la possibilità di scoprire numerosi animali selvatici tra cui il bisonte europeo. Il bisonte più noto è quello nord-americano ma anche in Europa si trova questo possente animale. O meglio: si trovava perché oggi è praticamente estinto in tutta Europa e sopravvive ormai solo più in un areale tra Polonia e Bielorussia. E nelle riserve faunistiche come il Mont d’Azur, per l’appunto.

E pensare che la sua diffusione e importanza era tale che lo si ritrova dipinto all’interno delle grotte preistoriche come Lascaux (in Francia, vecchia da 15.000 a 13.000 anni fa) o Altamira (in Spagna, datate 18.000, 14.000 anni fa). Nella riserva, in un’area di 700 ettari, gli animali vivono allo stato selvatico, con un contatto umano diretto ridotto al minimo necessario per apportare le eventuali cure e vengono offerte due modalità di visita: a piedi o in calesse o, in inverno, con la slitta. A piedi è sicuramente molto suggestivo ma per sicurezza non ci si avvicina molto ai bisonti, mentre la presenza dei cavalli e del loro traino li rende assolutamente indifferenti e ci si può avvicinare anche di molto in piena sicurezza.

La lentezza la modalità di viaggio che proponete attraverso il vostro libro. Qual’è il bello di viaggiare slow?

Ogni cosa è una scoperta che arricchisce e soprattutto ha il tempo di venire assimilata, l’esatto contrario del viaggio organizzato.

Cosa significa per voi viaggiare sostenibile?

Spostarsi il più possibile a piedi ovviamente con buon senso e senza estremismi. In sanscrito la parola passato viene descritta come “quello che abbiamo camminato” e la parola futuro “quello che raggiungeremo con i nostri passi”.

 

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Archeo trekking nelle Dolomiti bellunesi

Il racconto di un semplice trekking sulle Dolomiti patrimonio Unesco, nelle zone ricche di storia della Val Fiorentina, del maestoso Monte Pelmo e del gruppo del Civetta

Oggi vi parliamo, grazie alla collaborazione dei nostri amici Franco e Annalisa, della Val Fiorentina e di un bellissimo archeo trekking nel Cadore, cuore delle Dolomiti patrimonio dell’Unesco.

La Val Fiorentina è una fetta incontaminata delle Dolomiti sovrastata dalla mole del Monte Pelmo e contornata dal Monte Civetta. Siamo in prossimità della più famosa località sciistica di Zoldo per intenderci.

Lunga poco più di dieci chilometri è compresa in soli due comuni, il suo territorio parte dal territorio di Agordo per salire poi al Passo Staulanza e al “caregòn de ‘l Padreterno” (la sedia di Dio): il Monte Pelmo.

Monte Pelmo
Il Monte Pelmo è un magnifico grido di pietra la cui cima tocca i 3.168 metri.

Un sentiero permette di farne il giro completo, lambendo le sue pareti di roccia e le colate sabbiose. Si vanta di essere la prima cima dolomitica ad esser stata scalata nel 1857, dall’irlandese John Ball, mentre un altro record è dato dal rifugio Venezia – Alba Maria de Luca, primo rifugio italiano delle Dolomiti risalente al 1892.

Volete altro?

Ok eccovi accontentati: avete presente il famoso Ötzi, l’uomo di Similaun? Vissuto 5000 anni fa, oggi riposa in un museo di Bolzano dopo aver svelato molti segreti della sua vita preistorica.

Ebbene, a torto, non tutti conoscono Valmo che di anni ne ha 8000 e che ha contribuito allo stesso modo a illuminare gli studiosi sulla vita di un tempo. Il ritrovamento della sepoltura, sul piano di Mondeval a quota 2000 metri, ha rappresentato una sorpresa poiché le caratteristiche del terreno alpino ben di rado permettono ritrovamenti articolati. In questo caso, invece, è stato ritrovato lo scheletro intero, oltre i suoi attrezzi di selce e, soprattutto, resti di cibo che han permesso di ricostruire la dieta del tempo, permettendo di capire che già in un tempo così lontano i nostri antenati (ancora cacciatori ma che già cominciavano l’allevamento) avevano capito l’importanza dell’alpeggio estivo di quota.

Il Museo Vittorino Cazzetta a Selva di Cadore permette di osservare nel dettaglio i ritrovamenti, andando anche alla scoperta della geologia e della storia del tempo fossilizzata anche in orme di dinosauro che si trovano a poca distanza dal Passo Staulanza.

E dopo la visita al museo, scarponi ai piedi, si mette in pratica quanto appreso andando direttamente sui siti dei ritrovamenti in uno splendido cammino di grande soddisfazione che offre un paesaggio mozzafiato e coinvolgente.

1. Il ricovero di Mondeval
Dislivello: 650 metri solo andata
Sviluppo: 8 km solo andata
Tempo di percorrenza: 2 ore solo andata

L’escursione porta al sito reale del ritrovamento archeologico della Piana di Mondeval.

Da Selva di Cadore si sale in direzione del Passo Staulanza. Quando si comincia a salire, al terzo tornante, si trova sulla sinistra il parcheggio (1663 m). Da qui si imbocca la comoda sterrata che porta, senza fatica, alla Malga Fiorentina e poi al rifugio Città di Fiume (1917 m).

Si prosegue lungo la recente sterrata che aggira Col de La Puina per poi diventare sentiero (anche se purtroppo la sterrata è destinata in futuro a proseguire…) arrivando poi alla verde Forcella de la Puina (2034 m).

Dopo una discesa all’ombra del bosco alla Forcella Roan (1999 m), attraverso dei bei pascoli, il sentiero porta ad una zona di massi erratici e alla Malga Prendera (2148 m).

Con una ripida salita si arriva , in ambiente ormai prettamente dolomitico, alla Forcella Ambrizzola (2277 m) da cui si apre la vista su Croda da Lago, Cortina d’Ampezzo e le sue montagne, dall’Antelao fino al Cristallo.

Da qui si volgono le spalle a questo panorama per scendere verso il verdeggiante altopiano di Mondeval.

Val fiorentina_16Il sentiero ben tracciato punta in direzione del Passo Giau.

A un certo punto un cartello indica la deviazione verso sinistra, lungo il piccolo sentiero che porta al grande masso erratico che per millenni ha rappresentato la base per i ricoveri di cacciatori e pastori, tra cui il nostro antico amico Valmo.

Siamo a quota 2165 metri.

Dopo una bella sosta si riprende la strada del ritorno con una grande ammirazione per la capacità di adattamento di questo nostro progenitore capace di sopravvivere a quote così elevate.

Ve lo immaginate camminarvi accanto, da buon amico, con la sua lancia di osso e i suoi curiosi racconti sulla vita in epoca passata?

Nobiltà di colui che non deduce dai lampi la vanità delle cose.
Matsuo Basho (1644 – 1694)

(Testo e foto di Franco Voglino e Annalisa Porporato – Maggiori informazioni sul sito www.valfiorentina.it)

In cammino con i Briganti

Storie di ribelli, partigiani, irriducibili, briganti.

Cose d’altri tempi che evocano curiosità, mistero, onore. E proprio partendo dalle gesta di ribellione della Banda di Cartore, tra Abruzzo e Lazio, a Luca Gianotti è venuta proprio una bella idea.

Grazie poi all’aiuto prezioso di Alberto Liberati e Fabiana Mapelli, e di molti preziosi volontari coinvolti nel progetto, nasce così il Cammino dei Briganti, un bel percorso di 100 km. tra paesi medioevali e natura selvaggia e incontaminata che si snoda su un dislivello positivo di circa 2700 m. partendo da Tagliacozzo (AQ), semplicemente uno dei borghi più belli d’Italia,

…dove sanz’arme vinse il vecchio Alardo

(Dante)

Un percorso che solca le vecchie linee di confine tra Stato Pontificio e Regno delle Due Sicilie, sulle orme dei fuorilegge che vivevano e operavano in queste terre tra la Marsica e il Cicolano. Terre battute dagli spiriti liberi e indomiti dei briganti ribelli verso l’invasione dei Sabaudi, che con azioni anche sanguinarie combattevano questa guerriglia contro la tassazione e l’obbligo del servizio di leva militare ai danni dei piccoli lavoratori della terra. Sarà per voi quindi un modo quindi assolutamente nuovo e inusuale anche per immergersi negli anni dell’unificazione dell’Italia battendo gli stessi percorsi di chi entrava in clandestinità per ribellarsi all’invasore.

briganti2Partendo quindi da Tagliacozzo  si raggiungono bellissimi paesi popolati ormai da poche anime, ma tutte pronte ad accogliere i viandanti con un calore sincero, puro e profondo che vi porterà a riscoprire i veri valori della condivisione e della conoscenza che troppe volte vengono offuscati dalla vita frenetica dei giorni nostri.

L’itinerario è sempre ben segnalato con indicatori colorati (bianchi e rossi e qualche volta arancioni), il tempo di percorrenza consigliato è di ca. 7 giorni, un elogio al camminare lento e un invito a una bella chiacchierata con qualche perfetto sconosciuto che può sempre rivelarsi come fonte di incredibile ricchezza. Essendo a quote medie, non è richiesta una particolare preparazione, ma solo una normale attitudine al cammino e un po’ di voglia di avventura. Potrete percorrere il cammino durante tutto l’anno, anche se ovviamente è consigliato il periodo delle belle stagioni.

E dove dormire?

Essendo un viaggio avventuroso, l’invito è quello di provarlo ad affrontarlo con una bella tenda al seguito. Ma per coloro che preferiscono sempre riposare in un bel letto comodo, è nata, grazie alla bravura e alla motivazione di ragazzi volontari, una bella guida a supporto e un sito molto interessante che vi segnala anche le strutture a supporto dei viaggiatori: https://camminobriganti.wordpress.com

mappa
E’ inoltre disponibile su Amazon la mappa ufficiale: http://amzn.to/2GjkE8X

Da questo sito potrete quindi trovare i nomi e i recapiti delle strutture che potrete raggiungere alla fine di ogni tappa, dove sarete graditi ospiti e vi sarà riservata un’accoglienza assolutamente speciale. Potrete consultare questo sito anche per visionare delle belle foto caricate, guardare le mappe e scaricare la tracce GPS di ogni tappa.

Non vi resta quindi che preparare lo zaino e mettervi in viaggio, l’Abruzzo e il Lazio vi aspettano con i loro piccoli borghi unici al mondo.

Lagorai: due giorni tra laghi, corsi d’acqua e una natura incontaminata

Una bellissima “due giorni” in tenda sulle bellissime montagne del gruppo del Lagorai

Succede che così, all’improvviso, ti si liberano due giorni.

Proprio buttati là, una tabula rasa da riempire. Per molti non una gran bella notizia, senza preavviso che si fa? Shopping al centro commerciale? Ci mettiamo finalmente a tinteggiare? O due giorni nullafacenti in spiaggia? Boh…

Ma poi succede a noi, tutt’altro che avari di idee, e così attrezziamo in fretta due zaini da montagna, raccogliamo appunti e riordiniamo le idee, e in men che non si dica ci ritroviamo con l’auto che sfreccia in direzione Valsugana, per poi puntare verso Pieve Tesino. Obiettivo: due giorni sul Lagorai.

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Per chi non la conoscesse, la catena del Lagorai è un gruppo montuoso che si trova nel Trentino orientale, delimitata dal Monte Calisio e il Passo Rolle. Costituite da rocce di porfido e granito, e con una scarsa presenza di strutture per l’ospitalità organizzata, vi verrà da chiederci per quale assurdo motivo ci stavamo andando e per fare che. Beh sappiate che il Lagorai è una catena tra le più generose dal punto di vista di corsi d’acqua e laghi, ha una memoria storica di spessore (qui la prima guerra mondiale è stata molto cruenta) e flora e fauna sono molto ricche di specie. Ma quello che interessava noi era l’ampia zona in prossimità del rifugio Caldenave.

Andiamo con ordine.

Al mattino presto raggiungiamo il rifugio Malga Sorgazza, punto di partenza della nostra mini avventura.

Colazione qui con due tazze di the e due fette di dolci fatti in casa (deliziose!)  e informiamo il gestore del nostro programma.

Due brevi parole su questo argomento: avvisate sempre il gestore di un rifugio, di una malga o un ristorante in prossimità del vostro punto di partenza delle vostre intenzioni. Se si tratta di un trekking di più giorni avvisate che lasciate li l’auto, come siete attrezzati e chiedete informazioni sullo stato dei sentieri che andrete ad affrontare. Ascoltate i consigli. Spesso le richieste di aiuto al soccorso alpino giungono da escursionisti impreparati che sottovalutano la montagna, non ha senso rovinare tutto quando con una bella chiacchierata si possono evitare dei brutti imprevisti.

PARTENZA 4Ma torniamo a noi.

Foto di rito alla partenza, controlliamo il cielo (splendido!) e le cime che ci attendono, e in men che non si dica siamo già in marcia.

Il sentiero sale subito deciso nel bosco e, complice anche un bel sole intenso che scalda l’aria, ci spacca subito il fiato, anche se le zone d’ombra che si creano grazie alla ricca vegetazione ci permettono dei piacevolissimi brevi break, anche all’insegna di commenti taglienti…

 

Già stanco? Che scarso, hai proprio bisogno di un po’ di allenamento…

Ecco ha parlato quella con lo zaino vuoto…

Grazie anche a qualche snack rigenerante raggiungiamo il lago artificiale Costa Brunella, e dopo qualche altro metro di dislivello positivo, a pochi passi dal Forzelon di Rava, raggiungiamo i primi veri punti panoramici in cui ci fermiamo e, presi da una incredibile illuminazione poetica e artistica (macché, eravamo stanchi morti…) , iniziamo a scattare qualche bella foto.

Rimettiamo gli zaini in spalla e seguiamo il sentiero 332 bis per arrivare fino a forcella Ravetta, circondati da un panorama che si estende all’infinito. Questa forse è una delle zone più belle che abbiamo avuto la fortuna di vedere in questa 2-day experience: natura incontaminata, aria frizzante e purissima, vette maestose che ti salutano da lontano.

Una meraviglia.

Leggermente in ritardo sulla tabella di marcia iniziamo la picchiata verso il Caldenave. Se sapete cosa vi attende li sotto qui la stanchezza non si sente più e le gambe girano veloce.

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Un buon Teroldego delle Dolomiti non si rifiuta mai…

Arriviamo così velocemente al rifugio e ci dedichiamo una piacevolissima mangiata a base di pane, speck e sottaceti, un quartino di buon Teroldego.

Recuperiamo un po’ le forze, parliamo con altri ragazzi di passaggio (c’è chi prende il sole, chi è molto lontano dal suo obiettivo di giornata, chi non sa dove passare la notte, chi ha già tutto pronto in rifugio e si sta godendo il sole del pomeriggio…), scattiamo qualche foto, e poi…

… e poi giungiamo alla vera “chicca”.

Dovete sapere che di fronte al rifugio Caldenave c’è una torbiera e siamo a 1800 metri d’altezza. Come descrivere questo posto?

Un luogo ameno, a noi è venuto in mente un tipico giardino zen, quindi una bellissima distesa d’erba di colore verde smeraldo tagliato dallo scorrere lento di un ruscello d’acqua purissima.

Le immagini non rendono pienamente ciò che avevamo davanti, ci stavamo ubriacando di benessere.

Proprio qui, in posizione leggermente rialzata e in una zona più asciutta, montiamo la nostra fidata tenda che ci darà riparo per la notte. Passiamo la serata in compagnia di un piccolo fuoco che ci permette anche di cucinare ciò che ci eravamo portati da casa (un risotto express in busta con l’aggiunta, come un vero chef di montagna, di tre buonissime salsicce) e con una semplicissima cassa audio bluetooth riusciamo ad avere anche un bel sound in sottofondo. Pace assoluta.

Relax

Lasciamo scarponi e magliette sudate stese all’aria aperta (che di notte si rigenereranno), dedichiamo gli ultimi minuti a occhi aperti dentro la tenda per scrivere alcuni appunti e riconsultare la Tabacco, poi crolliamo in un bellissimo sonno intenso.

Fuori la temperatura si avvicina agli 8-9 gradi. Nessun rumore. Buio puro.

… Imprevisto! Ore 2:55, un lampo illumina il cielo, le pietre granitiche si risvegliano e fanno eco al rombo del tuono tra le pareti maestose del Lagorai, un temporale di montagna si sta avvicinando! Usciamo di fretta dalla tenda, una piccola lampada frontale ci illumina qualche metro davanti a noi, il minimo essenziale per riuscire a mettere al riparo dall’acqua le nostre cose. Rientriamo in tenda giusto in tempo, inizia la pioggia, le gocce sbattono sulle pareti del nostro semplice rifugio e suonano forte, iniziano a mostrare la loro forza, la loro intensità. Il cielo sopra di noi si illumina come una luce al neon impazzita che aumenta la frequenza delle pulsazioni, i battiti diventano più intensi. Ma la natura ci stava solo solleticando i sensi, il temporale passò in fretta, silenzio e buio ripiombarono in pochi minuti. Spazio nuovamente ai sogni.

Sveglia biologica attiva: alle 6:00 siamo svegli, la luce naturale è già accesa da un quarto d’ora almeno, usciamo dalla tenda muniti di pile e giacca visto che qui la temperatura si aggira intorno ai 6-7 gradi anche se siamo in piena estate.

Tutto è tranquillo, i colori intorno a noi sono puri, l’aria è limpida e frizzante. Facciamo una colazione rivivendo le emozioni della notte sotto al temporale e ricordando la giornata precedente, senza TV quassù si chiacchiera e si sta veramente bene. Incrociamo i primi viandanti mattinieri che escono dal rifugio e si mettono in marcia di primo mattino, auguriamo loro una buona giornata. Che bello ragazzi!

Ora tocca a noi però. Smontiamo la tenda e poniamo tutto nello zaino, riordiniamo la zona dove ci eravamo sistemati per la notte proprio come se stessimo sistemando casa nostra, con la stessa cura e con quel bel senso di responsabilità di voler idealmente condividere con il prossimo lo stesso letto. Ci rimettiamo in marcia.

Dopo un po’ di cammino vediamo il cielo che inizia ad annuvolarsi nuovamente. Ma non è minaccioso, è clemente, ci concede una temperatura fresca, perfetta per un trekking estivo in quota.

Questa velatura ci accompagna fino alla forcella delle Buse Todesche a circa 2300 metri di altezza. Qui siamo nella pancia della grande guerra, tant’è che inaspettatamente vediamo trincee e cimeli dell’epoca. Osservarli fa riflettere, da un periodo passato di grandi errori e crudeltà il genere umano sta cercando di perdonare se stesso valorizzando queste terre e creando dei sentieri ben tenuti che richiamano camminatori di ogni nazionalità, senza distinzioni, in pace.

Ci dedichiamo a scattare qualche foto in silenzio, è veramente toccante.

Una volta rimessi in marcia il più è fatto, il sentiero 360 ben presto inizia a scendere, corre lungo un possente torrente, e dopo essere passati in un piacevolissimo sottobosco ci immettiamo nella strada sterrata che ci riaccompagna verso il punto di partenza. La fatica lascia spazio alla soddisfazione.

Giunti alla macchina ci togliamo gli indumenti da semplici viandanti di montagna, riguardiamo le montagne intorno a noi anche con un pizzico di nostalgia, ma con immensa gratitudine.

Senza dubbio, ci rivedremo presto.

Vi lasciamo con un elenco di siti per poter trarre massima ispirazione come noi da questi luoghi stupendi e incontaminati:

http://www.altaviadelgranito.com/ – Il sito ufficiale del giro ad anello di tre giorni, che nella nostra personalissima variante abbiamo accorciato per esigenze di tempo

http://www.trentinograndeguerra.it/ – Un portale molto ben curato e ricco di spunti e informazioni che narra la storia del primo conflitto mondiale sulle montagne di questa regione

https://www.magicoveneto.it/lagorai/index.htm – Dal bellissimo sito Magicoveneto, una serie di informazioni e spunti su possibili trekking in questo gruppo montuoso.

Queste sono alcune foto di questa bellissima uscita di due giorni sul gruppo del Lagorai.

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The Cretan Way

Esiste un’associazione di volontari in italia, molto radicata nel territorio, animata da valori molto nobili, come il rispetto per la natura, il consumo di prodotti di stagione e a km 0 e il turismo responsabile.

Questa associazione si chiama Compagnia dei Cammini, con segreteria in Veneto e direzione in Abruzzo, ma con riferimenti dislocati in molte zone del nostro paese. L’associazione vuole diffondere il valore del cammino e la cultura del viaggio responsabile, a contatto con la natura e a stretto contatto con tutti gli abitanti della nostra terra senza distinzioni. Vi aspettano anche sulla loro pagina Facebook.
La loro attività si concentra nel diffondere la conoscenza di luoghi e percorsi adatti al camminare, organizzando anche viaggi di gruppo, vere e proprie vacanze a contatto con la natura, e soprattutto in molte zone del mondo, non solo in Italia.
Se siete amanti del turismo responsabile, del camminare, del trekking di più giorni, della vacanza a contatto diretto con la natura e con altre popolazioni, oltre a consigliarvi vivamente di consultare il loro sito e il loro catalogo on-line, vi parliamo del progetto firmato Luca Gianotti, guida della Compagnia del Cammino.

Grazie all’attività di Luca e di molti altri volontari in oltre 5 anni di esplorazioni, è nata la Cretan way, un nuovo cammino europeo di 500 km da percorrere in 28 giorni da Est a Ovest sulla bellisima isola greca di Creta. Nel bel mezzo del Mediterraneo è quindi nato questo nuovo cammino che si aggiunge ai grandi cammini europei.
Questo cammino si sviluppa sulla tracce dell’antica E4, ovvero di quel sentiero di oltre 10.000 km che attraversa l’Europa da Ovest a Est, partendo dalla Spagna e arrivando a Cipro (il progetto è ancora in fase di completamento e non include le sezioni di tragitto in Romania e Bulgaria).

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Il lavoro dei volontari si è concentrato sulla raccolta di informazioni, tracce gps e segnaletica, sulla definizione e tracciatura di sentieri, e sulla ricognizione dei luoghi in cui sostare la notte. Tutto il lavoro ha prodotto un bellissimo libro, “The Cretan Way” di Luca Gianotti (ed. Anavasi), appena pubblicato, indispensabile fonte di ispirazione e informazioni per tutti coloro che desiderano percorrere questo bellissimo cammino, anche in solitaria, in vendita contattando direttamente Luca al suo indirizzo e-mail.

Secondo Luca, vero intenditore dell’isola di Creta, il cammino racchiude bellezze e sorprese che lo renderanno uno dei cammini europei più amati, al pari del Cammino di Santiago e della Via Francigena. Per questo motivo la sua intensa attività sull’isola si concentrata per poter rendere questo vera perla accessibile a tutti, affinché chiunque ne abbia voglia possa affrontare questo percorso in totale autonomia e sicurezza.

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Creta: storia e meraviglie naturali in un binomio indissolubile

Alcuni esempi?
La partenza è fissata dalla bellissima spiaggia di Kato Zakros, e l’arrivo al monastero di Chrisoskalitisa a picco sula mare. Si attraversano zone con scorci unici, punti panoramici, e lungo il cammino si avrà la possibilità di incontrare la gente del posto che vive ancora come una volta, in un ambiente incontaminato e genuino, in cui regna l’allegria e l’ospitalità. L’intero percorso è percorribile in circa un mese di attività, ma può anche essere spezzato a piacere in varie sezioni.

Per tutti gli interessati ad approfondire quindi questo bellissimo nuovo cammino vi invitiamo quindi a consultare il sito dell’Associazione del Cammino e il blog di Luca , che annovera tra i proprio sostenitori anche l’importante azienda italiana di calzature per la montagna e per il trekking Scarpa che valorizza da sempre la cultura del viaggio responsabile a contatto con la natura.

E’ inoltre disponibile per l’acquisto il libro ufficiale di questo meraviglioso percorso:

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